Nascita e sviluppo del Parco Urbano

Negli ultimi decenni la pianificazione urbana ha generato un cambiamento significativo coinvolgendo la città sotto numerosi aspetti riguardanti gli obiettivi da perseguire, e l’applicazione di nuove tecnologie.

Tale cambiamento è stato dettato da una società in costante crescita e con esigenze crescenti. L’espansione della città e lo sviluppo di periferie, sempre più lontane dal centro storico, ha favorito il bisogno di spazi aperti di aggregazione che permettessero l’evasione dalla città dentro la stessa: i parchi urbani.

Oggi per Parco urbano si intende un insieme di aree ad alto valore paesaggistico che permette l’agevolazione del riequilibrio ecologico delle città, nonché un insieme di spazi destinati ad aree ricreative, culturali, sportive e del tempo libero. Il parco urbano nasce dalla matrice del giardino, come luogo recintato, ma si differenzia da esso per estensione e per la forte relazione con il suo intorno. La progettazione di parchi pubblici è cambiata radicalmente nei secoli, e va di pari passo con le trasformazione culturali e sociali avvenute nel corso della storia.

La concezione del parco come bene collettivo funzionale e attrezzato risale alla fine del XVIII secolo e inizi del XIX secolo, in Inghilterra, in seguito alla prima Rivoluzione Industriale e alla nascita del paesaggismo inglese.

Il parco nasce quindi, come uno spazio di riequilibrio ambientale e sociale, dove potersi “proteggere” rispetto a uno spazio urbano sovra-congestionato. Nel 1847 viene inaugurato il primo parco urbano istituito dal decreto parlamentare, progettato da Joseph Paxton, a Birkenhead, nei pressi di Liverpool (Immagine 1).

Immagine 1 - Joseph Paxton, Birkenhead, Liverpool, 1847, primo parco urbano


L’epoca del paesaggismo inglese vede lo sviluppo del parco urbano. Il paesaggismo inglese si oppone al giardino classico geometrico attraverso l’utilizzo di forme sinuose e irregolari, tramite l’uso di piccoli laghi, boschetti, percorsi naturalistici, che richiamano il più possibile un ambiente naturale incontaminato. Il parco pubblico, in stile paesaggistico si diffonde ben presto nel resto d’Europa e negli Stati Uniti, favorito anche da un costo contenuto delle spese di manutenzione e gestione.

Nell’ottocento, negli Stati Uniti, l’architetto urbanista Frederick Law Olmsted assimila la vera essenza del Parco pubblico e del verde urbano, progettando il Central Park, a New York (Immagine 2). Olmsted intende il parco non solo come luogo di piacere per l’uomo ma come spazio catalizzatore e creatore di una cultura omogenea e democratica (Girau, 1998).

Olmsted apre la strada a una nuova concezione, egli crede che sia insufficiente progettare parchi come eventi isolati della città, ma che devono far parte di una più complessa e completa struttura urbana che interessa tutta la città.

Immagine 2 - Central Park, New York, Frederick Law Olmsted


Il parco pubblico, nel corso del Novecento si trascina un dualismo: da una parte la ricerca del bello nel paesaggio e dall’altra la volontà di costruire parchi funzionali. Grazie a Olmsted il parco diventa parte della pianificazione urbanistica regolato da politiche del verde, perde il ruolo formale e diventa uno strumento di aggregazione sociale in cui tutti hanno pari opportunità. Il verde urbano, con l’affermarsi del Movimento Moderno, diventa uno spazio più razionale, dove vengono soddisfatti i bisogni della città; si sente la necessità di realizzare circoli per la gioventù, centri culturali e ricreativi, sale lettura e impianti sportivi all’aperto.

Per tutto il XIX secolo e parte del XX secolo l’estetica del parco pubblico mantiene i canoni Ottocenteschi, la cui funzione principale rimane quella di creare luoghi destinati ad attività ricreative all'aperto e contemplazione di spazi naturali.Bisogna attendere gli anni ’80 per vedere emergere una società post-industriale con impulsi verso il rinnovamento dell’estetica e delle concezioni comuni. La maggiore complessità fenomenica della città moderna “ha reso necessaria la riprogettazione del parco, mediante un variegato spettro di interventi, che devono tener conto e confrontarsi con una gamma di stili di vita disparati – cittadini più o meno abbienti o per nulla abbienti, spensierati camminatori, pedoni, ciclisti, ma anche automobilisti – assicurando uno spazio di vita vitale e sviluppando una trama intessuta di rispetto ecologico” (Geuze, 1996).

Un esempio significativo di questo nuovo modo di concepire il parco è rilevabile nel progetto di Parc della Villette a Parigi (1982-1998). Il Parc della Villette (Immagine 3) è frutto di un grande concorso internazionale bandito nel 1983 vinto dall’Architetto Bernard Tschumi.

Immagine 3 - Parc de la Villette, Parigi, Bernard Tschumi, 1983


II concorso stabilisce un'intenzionalità nel definire nuovamente, dopo decenni di disinteresse, il parco urbano come elemento qualitativo.

Il concetto del parco si basa su tre sistemi: linee, punti e superfici.

I punti sono rappresentati da una trentina di oggetti architettonici, Le Folie (Immagine 4), di dimensioni contenute, rivestiti di lamiera rossa disposti alle intersezioni di una griglia immaginaria sovrapposta in maniera indifferente al sito. Le linee sono i percorsi che attraverso tracciati apparentemente casuali disegnano la trama che permette di addentrarsi nel parco (sono evidenziati dalle pensiline metalliche ondulate). A questi si aggiunge la Promenade Cinematique, che si articola in numerosi episodi consecutivi come le sequenze di una pellicola. Le superfici sono generate dall’intersezione dei percorsi e ospitano invece funzioni diverse, dalle attività sportive a spazi per feste o cinema all’aperto.

Immagine 4 - Les Folies de La Villette


In questo progetto si insinua una libertà compositiva, la progettazione è meno legata a esigenze connesse al soddisfacimento di precise funzioni o dalla richiesta di inserimento di attrezzature, ma il parco diventa "un confronto tra arte e scienza, tra musica e tecnologia", e soprattutto tra le diverse nazionalità del pubblico eterogeneo della metropoli: "il parco come incontro di diverse culture che hanno il diritto di esprimersi", "uno strumento culturale all'aria aperta".

Dagli ultimi decenni del Novecento fino ad oggi si insinua sempre di più un atteggiamento più consapevole, nei riguardi della salvaguardia ambientale, delle problematiche ecologiche e della necessità di uno sviluppo sostenibile, determinando il bisogno di rafforzare il rapporto uomo-natura.

Il parco urbano moderno deve fungere da ricucitura del tessuto urbanizzato, sviluppando così uno stretto rapporto con il contesto nel quale si trova.

Paesaggista moderno attento alle problematiche ecologiche e sociali è Kongjian Yu, fondatore di Turenscape. “Città spugna”, “rivoluzione Big Feet”, “Sistema di sicurezza ecologica”, “Arte della Sopravvivenza” e “Forma riconoscibile” sono solo alcune delle parole chiave che descrivono la sua filosofia di progettazione e il suo contributo alla ricerca. La sua analisi pionieristica sulla sicurezza ecologica e sulle “città spugna” è stata adottata dal governo cinese come teoria guida per la campagna ecologica nazionale.

Il Quzhou Luming Park (Immagine 5), progettato da Turenscape, è un progetto ambizioso che racchiude dentro di sé la vera essenza del luogo in cui si trova. Il progetto si trova sulla riva occidentale del fiume Shiliang, nel Nuovo Distretto Ovest della città di Quzhou, nella provincia del Zhejiang, con una popolazione di 2,5 milioni di abitanti.

Immagine 5 - Quzhou Luming Park, città di Quzhou, Turenscape


4 strategie accompagnano la progettazione di questo parco:

Conservazione del paesaggio circostante

Il modello di paesaggio a mosaico e i suoi processi naturali sono sostanzialmente invariati: gli scogli e le falesie, il manto erboso, il sistema di drenaggio naturale e le fluttuazioni delle acque fluviali, i campi agricoli e gli alberi che fiancheggiano la riva del fiume sono mantenuti intatti. Gli elementi del paesaggio, compresi i sentieri del villaggio con il vecchio padiglione e il canale di irrigazione con la pompa, sono trattati come elementi del patrimonio culturale del sito, da conservare per preservare la storia del sito.

Rotazione delle culture

Mentre gli habitat esistenti sono stati preservati, sono state introdotte colture produttive per coprire i campi abbandonati. Le colture ruotano annualmente secondo la stagione: fiori di colza in primavera, girasoli in estate e autunno e grano saraceno all'inizio dell'inverno.

Adeguamento dei processi idrici e della resilienza dell'acqua

Il preesistente sistema di drenaggio sul sito è stato preservato, le pavimentazioni sono tutte di materiale drenante e gli argini in cemento sono stati rimossi in modo che il fiume e le zone umide fossero liberi di fluttuare naturalmente. Una passerella è stata progettata per "galleggiare" sopra il fiume creando un percorso di accesso che consente ai visitatori di apprezzare le scogliere di pietra rossa, che altrimenti passerebbero inosservate. I padiglioni sono stati costruiti per sopportare le alluvioni.

Rete di percorsi e di strutture

Passerelle, ponti, piattaforme (Immagine 6, Immagine 7), padiglioni e una torre panoramica formano una rete di circolazione che offre ai visitatori una ricca serie di interazioni con il paesaggio.

Immagine 6 - Quzhou Luming Park, città di Quzhou, Turenscape, piattaforma panoramica


Il parco è stato progettato per raccontare le storie naturali e culturali del sito e aumentare la consapevolezza ambientale generale.

Immagine 7 - Quzhou Luming Park, città di Quzhou, Turenscape


Il parco urbano non può prescindere dal contesto storico, sociale e paesaggistico nel quale è ubicato. Ogni progetto di Parco Pubblico deve essere legato alla storia del luogo, ovvero a quegli eventi, prodotti sia dall’uomo che da fenomeni naturali che generano continue trasformazioni e ne modificano la struttura e i caratteri costruttivi.

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