Siamo sempre in cerca di ispirazioni, spesso le cerchiamo nella quotidianità, ma ogni tanto abbiamo bisogno di staccare la spina e ricercare paesaggi surreali, paesaggi che emozionino, dove la natura è protagonista e ogni intervento umano ha lo scopo di integrarsi nell’ambiente circostante. Per cercare tutto questo siamo andati nel Parco Nazionale del Gran Sasso, in Abruzzo. Una settimana intensa, ricca di emozioni in cui al cemento si è sostituito il bosco, allo smog il profumo delle faggete e alle persone si sono sostituiti greggi di pecore e mucche che scorrazzavano liberamente nei prati. Un luogo magico in cui le poche tracce umane esistenti si sottomettono alla Natura.
Spesso ci dimentichiamo che noi siamo solo ospiti indesiderati in questo pianeta, e che il mondo può sopravvivere tranquillamente senza di noi, ma quando ti trovi in questi luoghi ti rendi conto di quanto spesso possiamo essere piccoli insetti arroganti nei confronti di ciò che ci circonda.
Siamo partiti da Forlì senza una meta precisa se non visitare il Parco e scoprire nuove piante e paesaggi, i primi giorni abbiamo visitato il vasto altopiano di Campo Imperatore (Immagine 1), e siamo rimasti incantati dalle numerose peculiarità floristiche e faunistiche dell’area. Lungo la strada che parte da Santo Stefano di Sessanio e arriva a Campo Imperatore ci hanno accompagnato prati sconfinati e monti dai dolci profili; le regole di precedenza erano stravolte e come in India la mucca, la pecora, in Abruzzo, è l’animale sacro!
Eryngium amethystinum, Echinops ritro, Daucus carota, Knautia arvensis, Epilobium angustifolium, Juniperus nana delineavano il paesaggio con una tale grazia, da pensare quasi che fossero state disposte da un Paesaggista. Salendo a Campo Imperatore, verso il rifugio Duca degli Abruzzi, nuove specie e nuovi scenari si sono aperti ai nostri occhi (immagine 2). Ci si trova dunque in un paesaggio surreale caratterizzato da rocce, associato a superfici prive di suolo (pareti con rocce affioranti e ghiaioni mobili che con l’aumentare della quota divengono prevalenti) ed a forme crionivali (quali i suoli a gradini erbosi, i suoli striati, i suoli a zolle erbose). I colori, i profumi e il silenzio di quel luogo sono inimmaginabili, e siamo rimasti incantati dalla varietà di immagini e suggestioni presenti, inspiegabili a parole, ma che vogliamo trasmettervi tramite qualche immagine. Il consiglio è sempre quello di visitarlo dal vivo per assaporare appieno la vera essenza di questo magico luogo.
Continuando il nostro viaggio esplorativo siamo stati in tanti luoghi ricchi di fascino, scolpiti dalla natura, tra cui l’altopiano del Voltigno, ad un’altitudine di circa 1400 m, sito nel territorio di Carpineto della Nora, ovvero nella parte orientale del Parco Nazionale del Gran Sasso. Abbiamo ammirato boschi di faggio, svariate specie di fiori come genziane, orchidee e piccoli Crocus quasi invisibili.
Incredibile come le specie si associno tra loro in maniera così tanto armoniosa;
immaginatevi un boschetto con sotto un tappeto di graminacee, cosa c’è di più perfetto?
In questo caso, il bosco era composto da Querce, e ci trovavamo vicino al lago di Campotosto (Immagine 7). Il profumo del bosco e un piccolo sentiero ci ha accompagnato per tutta la passeggiata, insieme ad una quantità di insetti fuori dal comune, soprattutto paragonandola a quelle delle prime periferie cittadine.
Possiamo definire quest’esperienza una vacanza? Per noi non esistono vacanze, siamo innamorati del nostro lavoro e tutto ciò che ci circonda ci incanta come fossimo bambini e ci ricarica di energie per continuare ad essere sempre propositivi e ricchi di nuove idee per progettare i vostri giardini! Condividendo la nostra esperienza con voi ci auguriamo che anche voi ne stiate vivendo di altrettanto entusiasmanti e ricchi di piante, Buon Ferragosto!